Il medico del lavoro ed i rischi dell’asfaltatura: rischi, indagine e risultati
Per i medici del lavoro, le operazioni di asfaltatura costituiscono un ambiente critico sotto molti punti di vista. Vediamo nel dettaglio i rischi che il medico del lavoro deve affrontare.
Per le persone direttamente coinvolte, il lavoro di asfaltatura comporta numerose tipologie di rischio: dal rumore elevato ai carichi pesanti, dagli sbalzi di temperatura alle radiazioni solari, senza contare ovviamente gli effluvi nocivi derivanti dalla presenza di agenti chimici.
In questo senso, il medico del lavoro può avvalersi dei risultati rilevati dall’ULSS 12 Veneziana, che ha portato avanti un’attività di vigilanza in ambito di operazioni di asfaltatura. Tale rilevazione ha messo in evidenza svariate carenze in ambito di igiene e sicurezza che riguardano direttamente l’attività del medico del lavoro; in particolare, si è riscontrato uno utilizzo notevolmente limitato di Dispositivi di Protezione Individuali e misure di sicurezza collettive.
Quali sono, nello specifico, i rischi che il medico del lavoro affronta nelle operazioni di asfaltatura? Uno dei principali rischi che il medico del lavoro dovrebbe valutare è quello chimico. Gli addetti all’asfaltatura sono infatti esposti direttamente a Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), sostanze che si trovano in fumi e vapori che esalano durante il riscaldamento del bitume, necessario alla sua applicazione. Il medico del lavoro deve quindi prevenire il rischio di tumore derivante dal contatto con i fumi da bitume.
Il medico del lavoro può trovare dati confermati in studi europei e americani, in cui vengono indicati limiti di esposizione entro cui è salutare esporsi ai fumi e le varie tipologie di inalazione.
Un altro fattore interessante per il lavoro del medico competente è l’aumento del rischio di cancro polmonare in lavoratori esposti a fumi di asfalto in associazione con il fumo di sigaretta. Gli studi epidemiologici hanno inoltre rilevato una possibile associazione con tumori di tipo cutaneo e vescicale.
Gli studi sopracitati riportano tra le altre malattie contro cui il medico del lavoro deve proteggere gli operatori la dermatite irritativa da contatto, dermatite allergica, dermatite follicolare acneiforme. L’elenco delle sostanze in cui sono contenuti (in varie forme e quantità) gli Idrocarburi Policiclici Aromatici sono catrame, bitume, oli minerali, eccetera.
Come sempre, il lavoro del medico competente si compone di una fase di verifica del rischio e di una fase in cui vengono prese adeguate contromisure di prevenzione. Anzitutto, il medico del lavoro deve curare la formazione degli addetti, illustrando nel dettaglio i rischi legati all’attività, le conseguenze e le precauzioni da adottare per lavorare sempre in sicurezza, con particolare attenzione alle misure igieniche elementari (lavaggio frequente delle mani, doccia dopo il lavoro e pulizia degli indumenti) e scoraggiando quanto possibile il consumo di tabacco.
I medici del lavoro devono inoltre assistere i lavoratori sulla scelta dei Dispositivi di Protezioni, in particolare quelli per mani e avambracci, che sono le zone più esposte al contatto con i bitumi.
L’attenzione del medico del lavoro deve quindi rivolgersi al cantiere, che deve essere provvisto di attrezzature certificate per il lavaggio delle mani e di tutto il corpo. A questi accorgimenti, il medico del lavoro deve ovviamente abbinare una vigilanza costante.
FONTE: http://www.anma.it/wp-content/uploads/2014/04/interno-mcj-3_2014.pdf (Maria Nicoletta Ballarin, Giorgio Carradori, Cipriano Bortolato, Sergio Bontempi, Giancarlo Magarotto, Maria Gregio.